[ un paio di pittori ]
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Non hai idea di quanto possa paralizzare lo stare a fissare un foglio vuoto: è come se dicesse allo scrittore Non sai far nulla. Il foglio ti sta a guardare come un idiota ed ipnotizza alcuni scrittori, a tal punto da farli diventare degli idioti essi stessi. Molti scrittori hanno paura del foglio vuoto, ma il foglio vuoto a sua volta ha paura di uno scrittore appassionato che sia anche audace – che una volta per tutte abbia rotto l’incantesimo del “non sai scrivere”. [1]
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Intanto che oramai sono apparsi un paio di libri, tanto vale metterli in movimento per scriverci dentro una storia.
Tenendosi in testa il caratteristico copricapo delle donne arlesiane, madame Ginoux si sistemò in una sedia che era quasi una poltrona: interamente in legno, aveva un comodo sedile in paglia riservato esclusivamente alle comodità di Paul Gauguin.
Gauguin dipinge con gli stessi colori di Vincent il caffé popolato degli stessi anonimi avventori annotati dall’amico, ma su tutti stavolta domina la singola figura dell'arlesiana madame Ginoux. |
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In questa visione del caffè di Gauguin, la gentilezza rosa del vaso di fiori di Vincent adesso dobbiamo forse cercarla in un gatto accucciato sotto il biliardo; e mentre delle allucinate lampade di luce artificiale dipinte da Vincent rimane soltanto una vaghezza appesa, della bomba ad orologeria che segnava la notte nella visione vangoghiana, non resta più nulla.
Con una rappresentazione dall’alto di uno spazio sghembo, svuotato quasi appositamente come una piazza per far largo a chiunque volesse entrare in quella “fornace infernale” per farne le spese, van Gogh aveva dipinto le circostanze stesse in cui “ognuno” si può rovinare. Nel caffè di Gauguin, invece, anche l’adescamento disordinato all’ospitalità insidiosa delle sedie vuote, in attesa, viene revocato dalla lusinga confidenziale di bersi - appartati con la donna - un bicchierino. E con ciò l’ispirazione popolare di Vincent svanisce in spire fumo. |
[1] - Parafrasi dalla lettera a Theo n. 378, del novembre 1885.
[2] - Paul Gauguin, Caffè di notte ad Arles (Madame Ginoux), Arles, novembre 1888, olio su tela, cm.73x92, Mosca Museo Puskin (fig. sopra). [3] - V. van Gogh, La sedia di Paul Gauguin (la sedia vuota), Arles, dicembre 1888, olio su tela cm.90,5x72,5 (Faille 499), Amsterdam, Van Gogh Museum. Al fratello Theo tenne a precisare che si trattava di due romanzi francesi, uno rosa e uno giallo (fig. qui a destra). [4] - Vincent a Theo, Arles 9 settembre 1888 (n. 677-534). [5] - Così come l’ex agente di Borsa tentava di fare con l’amministrazione comune della casa gialla. |
In alto – V. van Gogh, La notte nel caffè di piazza Lamartin ad Arles (F 463), Arles 5-8 settembre 1888,
olio su tela cm.70.0x 89.0; Yale University Art Gallery, New Haven, Conn. |
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GUANTI | DISPARATI OGGETTI PERSONALI IN PELLE E OSSA |
parte terza H.D.S. MAROQUINERIES
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